Grande successo del XXXVI Raduno

 Nazionale a Riccione


Mai Taclì+Chichingiolo = OK

radu

chic

Primo Raduno congiunto CHICHINGIOLO/MAI TACLI: Forse abbiamo sbagliato località?

L’Hotel di Riccione non dà ai partecipanti la possibilità di comunicare, di stare insieme, di cenare insieme, di ascoltare insieme l’amico che ci vuole dire qualche cosa al microfono. Riccione è una località comoda per raggiungere e l’Hotel Le Conchiglie ci contiene tutti ma è dispersivo e non c’è stata coesione fra i gruppi, diciamolo apertamente. La sala ci conteneva tutti ma era assai affollata, lo spazio per il ballo era molto angusto, e ci mancava anche l’Auditorium per organizzare uno spettacolino, (quello di Riccione difetta anch’esso per l’audio, non si sente nulla): insomma non era l’ideale!

L’idea era carina ed affettuosa ma se la vogliamo ripetere dobbiamo organizzarci diversamente. Unico punto di asmarina comunione la distribuzione dei chichingioli da uno zembil. Bravi i chichingiolini! Complimenti e grazie.

Bisognerebbe trasportare l’Hotel Giò di Perugia a Riccione.. che miracolo sarebbe!

 


W Perugia

I Maitaclisti, avanti negli anni, incontrano i Chichingiolini. Ci siamo conosciuti? Troppa confusione per le presentazioni, troppe ore seduti a tavola davanti a cibi allettanti?…. solo un particolare mi ha allietato il cuore: l’apparizione di uno zembil originale pieno di chichingioli veri, proprio come quelli di una volta, offerti da un simpatico chichingiolino di cui però non ho sentito la voce; c’era solo un gran brusio in sala e nessun patos era stato creato con due parole, e chi sarebbe riuscito a sentirle? Peccato davvero bruciare una trovata così carina ed affettuosa. Riccione no, Perugia si! Per mille motivi. Al di là di ogni polemica - Riccione, Perugia o Porretta - le distanze sono sempre relative. Per me che vengo da Cortina d’Ampezzo ogni punto dello stivale è lontano da casa mia. Ma lasciando perdere le distanze, prendiamo in considerazione altri fattori e traiamo le dovute conclusioni: la sala di Riccione ha un’acustica accettabile? Il menu è alla portata di un’età media abbastanza elevata? La durata del pranzo è sopportabile? Vale la pena puntare sul numero dei partecipanti piuttosto che sulla possibilità di comunicare fra di noi?

Un applauso va comunque a Marcello e  a tutti  gli organizzatori del Chichingiolo per l’entusiasmo e la passione con cui tengono vivi i nostri ricordi asmarini e il nostro affetto per quella terra che ci accolse giovani e spensierati. Un caro saluto a tutti.

Marisa Masini


W Riccione

Grazie, Grazie, Grazie!.... 

Vi chiederete il perché di questo strano titolo. La spiegazione è molto semplice. I miei ringraziamenti li avevo fatti col microfono durante la cena del Galà, ma l’acustica della sala non era omogenea e molte persone non hanno sentito (…. e Marcello mi ha punzecchiato ricordando la sala di Perugia). Perciò approfitto del giornale per ripetere i miei ringraziamenti.

Primo, per cavalleria, ringrazio di cuore Anna Tarquini Zanotti che, insieme al suo inseparabile Manlio, è venuta a Riccione, reduce da una lunga convalescenza. Cara Anna, vederti tra noi è stata una gran gioia: hai voluto dimostrare che la “vera amicizia” vince ogni avversità. Non aggiungo altro.

Il secondo grazie va ancora una volta a Eraldo Acquadro e alla sua famiglia. Eraldo è tornato tra noi con tutta la sua forza e volontà, con quel suo sorriso che lo contraddistingue. Caro Eraldo, un fraterno abbraccio da tutti noi.

I miei ringraziamenti vanno anche ai “chichingioli”. La loro presenza, con in testa Franco De Laonardis, ha vivacizzato la nostra festa con la loro “giovinezza” e il mio augurio che anche nei prossimi anni saranno con noi “vecchietti”.

L’ultimo grazie è per tutti voi, cari amici. Dopo Perugia avevo scritto: “facciamo la prova del nove”: c’è stato un ritorno di fiamma molto confortante. Ho rivisto persone che avevano saltato Perugia e anche molti visi nuovi. L’unico neo è stato il tempo inclemente. Pazienza! Speriamo bene per il 2011.

Per motivi di lavoro, la domenica ho lasciato Riccione pertanto ne approfitto ora per ringraziarvi tutti dicendovi che siete stati eccezionali come lo sanno essere i “veri asmarini” avendo recepito in pieno il mio richiamo a ritrovarci e ancora ritrovarci perché la nostra “favola” continui.

Ciao a tutti.

Tonino Lingria 

P.S. – A me lo zighinì è molto piaciuto! E a voi?

 


 Amici miei

 Accidenti!!! Tutti i giorni o quasi in Italia si commettono un’infinità di illegalità. A cominciare dagli omicidi: non c’è giorno o quasi che non ne succede uno; furti, rapine, imbrogli vari sono all’ordine del giorno, anche fra i politici che dovrebbero dare l’esempio.

Per fortuna ci sono anche dimostrazioni di bontà, d’amore e di solidarietà che ci fanno ancora sperare. Sempre meno, forse anche perché queste dimostrazioni non vengono pubblicate nei media perché... ahimè, non fanno notizia.

Per la bontà mi riferisco alla lettera che mi ha inviato il marito di Marisa Baratti e che troverete a pagina 3, “il tucul”. Per la solidarietà invece, troverete le donazioni inviate da asmarini a pagina 12.

*   *   *

Si ha un bel dire di avere fiducia nella Giustizia. In linea di massima si dovrebbe, ma quando si legge che forse non è ancora chiusa l’indagine della tragedia della Moby Prince, dopo 19 anni, la nostra fede vacilla....

Ma vi racconto quanto ho rischiato in quella occasione: dovevo partire per la Sardegna la sera stessa della tragedia  ma, per abitudine (ci andavo spesso in ferie), di solito facevo uso dei traghetti delle Ferrovie dello Stato che partono da Civitavecchia. Mia moglie mi disse, giustamente: ma perché non parti da Livorno, è più comodo. Per fortuna avevo già prenotato.

Si parte la sera, mi pare, alle 9,30. Vado per lavoro ed è con me un operatore stenotipista. Si sale sulla nave e i marinai e il personale tutto erano a vedere la partita della Juventus, che giocava, mi pare, per la finale della Coppa  UEFA.... Io credo che sulla Moby Prince sia successo lo stesso ed è per questo che è accaduta la tragedia.

Comunque a me è veramente andata bene.

*   *   *

E’ inutile alimentare le polemiche tra i fautori di Perugia o di Riccione: tutte e due le destinazioni hanno le loro virtù e i loro difetti (ne parla Wania in un suo intervento, che condivido). Certo, sacrificare le une per gli altri non credo sia intelligente. Forse un anno sì e un anno no sarebbe la soluzione più salomonica. Ci penseremo a suo tempo a meno che non ci sia una terza opzione....

*   *   *

Forse lo avete saputo o forse no, ma è accaduto che si sia giocata una partit(ella) in un campetto poco distante dall’Hotel fra rossi e arancioni:  Porta, Tripaldelli, Liuzzo Germano, Galdi e Lovati e il portiere Marco Salami che doveva difendere la porta da tutte e due le squadre. Tre contro tre tutti contro il portiere. Arbitro. L’arbitro, ottimo e pare non venduto, è stato Gianni Di Feo. Al termine la premiazione dei rossi vincitori ai rigori per due a uno.  Della ri-premiazione alla cena di gala pochi se ne sono accorti: non si sentiva niente!

*   *   *

Mi dispiace molto che anche fra gli asmarini ci siano i “furbetti” o presunti tali.

Al galà c’è stata un po’ di confusione per la ricerca dei tavoli e c’è chi non aveva prenotato che, preso dal panico, ha fatto sparire i “cartellini” che indicavano invece il numero del tavolo prenotato, per approfittarne: senza nessun senso tanto che, alla fine, è rimasto un tavolo da 10 libero.

Scorrettezza stupida  ed antipatica, che non mi sarei aspettato da parte di amici asmarini!

*   *   *

La citazione, vediamo se trovo qualcosa sui “furbetti”, adesso in tema:

nelle sue Massime La Rochefoucauls annoverava questa:

E’ una grande furberia saper nascondere la propria furberia.

Marcello Melani


“Il tucul”

tucul

Mi scrive Luigi Schneider, il marito di Marisa Baratti, una lettera  a dir poco straordinaria, dove si sente tangibilmente l’attaccamento, l’amore che quest’uomo ha nutrito e nutre tutt’ora per la “sua” Marisa. 

A questo punto e dopo questa dimostrazione, io credo che Marisa Baratti sia stata una donna fortunata ed anche lei straordinaria perché è riuscita a farsi amare così tanto.

Io invidio tutti e due e non mi vergogno di confessarlo.

Si sa che prima o poi tutti viaggeremo per andare a “Bet Maka”: fortunato chi potrà portarsi dietro un bagaglio così meraviglioso.

*   *   *

Gli americani dicono “less is more” (meno è più): dunque poche righe per dire tutto e di più.

Dedico il mio tempo a nobilitare e onorare la mia Marisa.

Negli ultimi due anni ha rifiutato la morfina contro il dolore, diceva: “Babbo, quando partirò per Bet Maka voglio avere testa e coscienza lucida. Inoltre devo scrivere l’articolo per il Mai Taclì; se prendo la morfina non riesco a scrivere”.

Due giorni prima della partenza mi ha chiesto di stringerle forte le mani dicendomi: “Babbo! Sta arrivando la corriera Cafulli, devo partire, mi aspettano in tanti a Bet Maka, ti raccomando, ti raccomando Nelly! Stringimi forte, più forte che puoi le mani e, per favore, voglio uscire dal cancello posteriore, quello che da sull’aperta campagna, non attraverso il condominio, così non disturbo nessuno. Niente fiori. Quei soldi falli donare ai poveri.”

Così, è partita per Bet Maka la mia Marisa. A salutarla pochissimi intimi di famiglia, come da lei voluto.

Nell’opera di mobilitazione, in giardino, all’ombra del Casimiro, faticosamente curato e cresciuto in trenta anni (ora è un robusto albero di circa 15 m., e negli ultimi due anni ha pure fatto i frutti, impollinato chissà da quale miracolo della natura??!” ho costruito un tukul. All’interno vado raccogliendo richiami dell’Eritrea e delle famiglie Belli-Baratti, (incluse le opere di Nonna Belli).

In prossimità dell’ingresso una semplice tavoletta di legno con su scritto in Tigrino e Italiano: “siedi in pace a casa mia, Marisa Baratti”.

Prossimamente, a cura di nostra figlia Nelly, sarà dato alla stampa un libro scritto negli ultimi anni dalla mia Marisa che affettuosamente saluta, con innato garbo ed educazione, con amorevole sorriso, quasi timidamente, il lettore di queste righe.

 

Luigi Schneider


Le biciclette per gli alunni

della Scuola di Massaua

Grazie Mai Taclì,

dell’opportunità che ci state offrendo  per aiutare gli studenti della scuola di Massaua.

Il nostro obiettivo è di donare una bicicletta a ogni studente , senza distinzione alcuna, in modo che possano raggiungere la scuola velocemente e con poca fatica, senza la difficoltà e la lentezza di spostamenti a piedi. Con la bicicletta potranno anche spostarsi in ogni luogo della città,  riunirsi,  divertirsi, vivere quasi come tutti i ragazzi e le ragazze del mondo. 

Ovviamente, con l’impegno solenne che dedicheranno molto tempo agli studi.

Sono convinto che sarebbe meglio che la raccolta fondi la faceste come Mai Taclì, sui conti postali e bancari vostri anche per non confondere i vostri abbonati.

Poi potreste trasferirci quanto raccolto e andremo noi a comperare e spedire le biciclette.

Con Romano Pelizzola siamo già d’accordo che andrà in Eritrea a montare le biciclette con uno di noi e a consegnarle agli studenti.

Faremo firmare un impegno a ogni studente perché studi di più e meglio, e assicuri di custodire la bicicletta donata con orgoglio e senso del rispetto. Organizzeremo con Romano anche una piccola  officina per le riparazioni.

Saranno fatte fotografie e un video.

Le dotazioni della MTB  uomo/donna sono:

Telaio in acciaio, verniciatura epossidica monocolore, cerchi alluminio 26”, freni V brake, manubrio piega alta, bullone reggisella, mono velocità, cavalletto, campanello, parafanghi resina neri, portapacchi acciaio anteriore, fanale anteriore al porta pacco a batteria, rifrangente posteriore a telaio, catena antifurto. Adesivi.

Certificato di garanzia. Dichiarazione di conformità.

*   *   *

 

bici 

 Intanto, per cominciare, noi del Mai Taclì ne abbiamo comprate 10.

Per i lettori indichiamo le coordinate per il pagamento per l’acquisto delle biciclette: 65 Euro l’una, compreso trasporto e dogana in Eritrea.

Forza asmarini, fate come noi, partecipate, magari anche con una sola bicicletta: 10+1+1+1+1... si arriverà a destinazione.

Le coordinate bancarie:

- Associazione “Il granello di senape Onlus. 

- Unicredit Banca:

- IBAN IT39T0200854770000020231646

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Le Coordinate postali:

- C/C Postale N.92246263  intestato a: Associazione il granello di senape Onlus 

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