32° Raduno

XXXII Raduno

E' piaciuto a tutti

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IL TRENTADUESIMO RADUNO mi è piaciuto. E’ stato bello! Non così bello come il fantastico trentesimo (maggio 2004) ma più del trentunesimo (maggio 2005) si!

Col  trentunesimo Raduno del duemilacinque, l’anno scorso, si festeggiava anche il trentesimo anniversario della fondazione del giornale: non fu dato il giusto rilievo alla ricorrenza, i partecipanti parevano non interessati alla cosa, ci si trascinava, squallidi e tristi fra le bancarelle dell’atrio dell’albergo che era diventato un mercato…. non mi piacque. Pensai che, poiché stiamo invecchiando, ci fosse stato in noi tutti un calo non solo di energie ma anche di interessi, di curiosità e vitalità… Invece no! Eccoci di nuovo al Raduno di Maggio n° 32, a Riccione, entusiasti, sorridenti e felici come “prima”. Con questo Raduno, il trentaduesimo, si festeggiava il quarantesimo della nascita dell'associazione Mai Taclì.

Si perché 10 anni prima della fondazione del giornale Marcello Melani e Dino De Meo riunitisi, come di consuetudine, con alcuni amici asmarini in un ristorante sulle colline fiorentine, si costituirono in associazione (di fatto) e la chiamarono MAI TACLI’. 

Quest’anno  il giusto rilievo alla ricorrenza è stato dato eccome!
Marcello ha rammentato tutti e nove gli amici che erano con lui quella volta ed ha ricordato con affettuose e belle parole i due amici dei dieci che già ci hanno preceduto nel Paradiso degli Asmarini; Salvatore Carta e Dino De Meo. Di quest’ultimo, suo grande, insostituibile fraterno amico ha detto: “Dino, un uomo che avrebbe dato ancora moltissimo alla valorizzazione dell’amicizia e della solidarietà, un uomo che non si può dimenticare fino a che rimarrà dentro di noi questo spirito di amicizia e di cameratismo che aleggia ora in questa sala”.
Noi che abbiamo conosciuto Dino ci siamo commossi. Grazie Marcello. Wania Masini

1° Aprile 1966. Sulle colline fiorentine i fondatori della Mai Tacli’ che tutti sappiamo
come si sia sviluppata e come sia diventata il punto di riferimento di noi asmarini.

IL FERIOLO