Carezze

 

La morbida carezza della sera era la dolce compagna di strada nel cammino verso casa dopo la giornata di lavoro. Passo dopo passo, immerso nei pensieri lievi del programma per il fine settimana.

Una partita a tennis con Tesfai  sul campo di terra rossa striato dalle ombre degli alti eucalipti, una bella doccia e, quindi, in macchina per raggiungere giusto in tempo amici ed amiche davanti all’American Bar, luogo deputato per gli incontri della tarda mattinata.

Le ragazze erano appena uscite dalla messa domenicale ed erano vivaci e colorate come fiori appena sbocciati e i ragazzi ronzavano come api intorno al nettare.

Era tutto un brusio di voci, trilli di risate, scambi di sguardi, sfiorarsi di mani.... sembrava un balletto dedicato alla Primavera sul marciapiede trasformato in palcoscenico per accogliere quella spensierata gioventù.

Chi aveva già la ragazza si metteva d’accordo per ritrovarsi al té danzante del CUA oppure per andare al cinema, gli “scoppiati” cercavano di “accalappiare” una ragazza per non trascorrere il pomeriggio della domenica con il solito paio di amici giocando a boccette in attesa della sera per andare al cinema.

Qualche volta i solitari restavano seduti sui divanetti del CUA e guardavano gli amici ballare guancia a guancia sulle note lente e romantiche del sassofono e una mesta sconsolata tristezza li assaliva come una inarrestabile marea. La vista delle espressioni estatiche degli amici, delle ragazze dolcemente abbandonate con gli occhi chiusi, li rodeva senza posa e li costringeva ad abbandonare la sala per andare in giro senza meta o recarsi in un altro circolo dove gli scompagnati come lui si sfidavano in accanite partite a carte o a dadi.

Mentre le coppie avrebbero voluto che la giornata non finisse mai, i solitari non vedevano l’ora che quella maledetta domenica avesse fine

Per loro la sera non aveva carezze, non aveva profumi. Per loro c’erano soltanto sentieri pietrosi, odori di erbe riarse e aria pesante. E il peggio doveva ancora venire perchè, dopo cena, quando si sarebbero ritrovati con gli amici questi non avrebbero potuto fare a meno di raccontare la loro felicità, dei nuovi appuntamenti rigirando la lama nella ferita.

Non restava che sperare che la prossima domenica riservasse un fiore anche per chi non ne aveva mai colto.

Angra