4 - MI HA BRUCIATO IL BRACCIO CON IL FUOCO PER VEDERE SE ERO VIVO.

Rivalta di Torino lì I Mar'07


Il 26 gennaio 1887, a Dogali, ras Alula annientò l'intera colonna al comando di De Cristoforis che si spostava da Moncullo verso Saati; cadde lo stesso Comandante. I sopravvissuti erano stati salvati da un’altra colonna corsa in aiuto comandata dal capitano Tanturi.
La notizia, tempestivamente giunta al Senato, fu interpretata come una vittoria dal generale Ricotti, ma la verità era ben più triste ed il Generale farfallone perse il posto.
Furono stanziale diecimila lire per i feriti e si organizzò il loro rientro; giunsero a Napoli su barelle ancora insanguinate.
Per esorcizzare il duro colpo si inaugurò a Termini un monu- mento ai Caduti, in quella occasione D,Annunzio e Carducci non parteciparono perché considerarono negative le responsabilità di comando e quindi avventurato e provocatorio lo spostamento di truppe in quel contesto.
Il giorno dopo l'inaugurazione del monumento venne organizzato al Quirinale un ricevimento per i sopravvissuti ai quali, tutti feriti, era stato concesso, addirittura, di stare seduti.
In quella occasione la regina Margherita interrogò un soldato su come fosse riuscito a mettersi in salvo. Il soldato, ancora bendato, rispose: " Mi trovavo steso a terra come morto e uno di quei cani mi ha bruciato il braccio con il fuoco per vedere se ero vivo. Ho resistito al dolore e così mi sono salvato, ma prima di cadere ne avevo ammazzati parecchi con le mie cartucce a mitraglia".
Allora la Regina, voltandosi verso il generale Fasi, disse: " Così la sua soddisfazione l'ha potuta avere".
La malattia che il sig. Direttore definisce " masochismo italiota" non era, all'epoca, ancora diffusa e certamente quella Regina ne era immune.

 

Liberamente tratti dal volume: “Lasciateci la nostra retorica e frasi ai margini della Storia "

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Commissionato dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.