murad

Il talento di Nicky Di Paolo si era già disvelato nei precedenti libri (Hakim e Mentuab) e con Murad raggiunge una invidiabile maturazione. Di Paolo ha la felicità del racconto ,ha una sorprendente capacità affabulatoria e la padronanza della lingua lo assiste generosamente.

 

Due storie, due trame inizialmente unite soltanto dal Mar Rosso e dal Corno d’Africa che, badate bene, non sono scenari o sfondi ma assoluti comprimari, finiscono per fondersi in un susseguirsi di colpi di scena, di tensioni e di suspense abilmente condotti senza mai scadere nel melodrammatico.

L’amore profondo e sincero - sempre lucido ed equilibrato - dell’Autore per il Corno d’Africa e la sua profonda e meditata cultura si trasfondono nelle superbe descrizioni dei luoghi in cui vivono e agiscono i suoi umanissimi personaggi tra cui emerge la figura di Murad, questo meticcio dall’animo nobile e generoso che si trova coinvolto in un difficile e complesso momento storico.

 

Bastano poche pagine per lasciarsi trascinare dalla narrazione fluida e coinvolgente e la storia di un uomo che vuole realizzare il suo sogno di navigare nel Mar Rosso per raggiungere l’Eritrea dove suo padre ha vissuto diventa il sogno dell’Autore e, forse, di moltissimi di noi.

 

Il mare del Corno d’Africa e le sue infinite bellezze, il cielo con i suoi miliardi di stelle ed i suoi tramonti di fuoco, le spiagge delle innumeri isole, gli snelli sambuchi......  Nicky Di Paolo dipinge con le parole, parole dai mille colori e dalle mille sfumature ed il lettore ha davanti agli occhi scorci di luoghi fatati.

L’Autore, nello svolgere del racconto, inserisce note storiche e geopolitiche che, arricchiscono di interessanti tasselli il ricco mosaico della narrazione ma, ancora di più, servono a far capire le personalità dei protagonisti del romanzo, personaggi mai banali, mai scoloriti; uomini e donne intagliati in quel meraviglioso spicchio di mondo che è il Corno d’Africa, mondo che ancora si dibatte tra cento contraddizioni fra gli stravolgimenti delle conquiste coloniali prima e gli strascichi del colonialismo dopo.

E Nicky Di Paolo riesce a cogliere e trasmettere i fermenti di un mondo in transizione chiuso da un mare e da un cielo meravigliosi al cui incanto nessuno riesce a sfuggire, incanto al quale non sanno e, forse, neppure vogliono sottrarsi gli “attori” di Murad. E’ lo stesso incanto che vive nel cuore e nella mente dell’Autore che non riesce a liberarsi della magia del Mar Rosso che lo ha irrimediabilmente stregato.

Questo romanzo è un canto d’amore infinito che Nicky Di Paolo eleva alla “sua” terra, un ringraziamento al cielo per aver vissuto nel Corno d’Africa anni che hanno segnato la sua vita di felice narratore, ma è anche una preghiera sincera e profonda perché l’Africa riesca a trovare la sua strada verso la pace e la rinascita.

L’amore di Nicky Di Paolo verso il Corno d’Africa è talmente sincero e spontaneo da indurlo a lasciarsi trasportare fino alla commozione che traspare da certe sue descrizioni, da certe pennellate di colore forse sfuggite al suo controllo in un momento di afflato poetico.

Grazie, Nicky.

Angra