...comincio a ricordare

Solo e pensoso, come il più noto Metastasio, vo mesurando a passi tardi e lenti i più deserti campi e gli occhi porto per fuggire intenti ove vestigio uman l'arena stampi. In questo caldo scorcio d'agosto mi sono isolato per ricordare.

Perché, infine lo confesso, anch'io ho un sacco di ricordi come tutti i maitaclisti D.O.C. Ricordi che ho cronologicamente riordinati e raccolti in sei volumi che saranno pubblicati dopo la mia morte, o postumi, secondo quale dei due accadimenti avverà per primo, come dice Woody Allen.

Ripassando i miei ricordi, sempre calpestando la deserta arena, ho però notata un 'anomalia: riesco a ricordare meglio le persone che non i luoghi e le cose.

Infatti non ricordo bene la vangoghiana (!) aurora dietro risola Verde, il tizianesco (!) tramonto tra i banani del bassopiano orientale, i miliardi di stelle delle vellutate notti asmarine... Non riesco a mettere bene a fuoco la spartana bellezza delle  euforbie a candelabro, la bonaria imponenza del baobab, le mille splendide acuminate pale dei fìchidindia...

Non mi sovviene con nitore il pungente profumo degli zaituni annunciante l'avvicinarsi della perla del bassopiano, l'abbacinante Keren, ne l'aerea corsa della gazzella e neppure la sdegnosa ritrosia del facocero.

Però ricordo benissimo alcuni amici. Non li elenco tutti sennò i miei libri non li comprerà più nessuno.

Ricordo Gigi Bigi, ridotto come Indiana Jones, quando tornava dall'aver imbarcato un carico di scimmie piuttosto restie a lasciare il Terzo Mondo per un dubbio migliore avvenire nel mondo industrializzato.

Ricordo Carlo Torrioni di ritorno dalla «concessione» armato e vestito come Rambo di cui ha disegnato il personaggio, poi sfruttato dal furbo Stallone.

Ho qui davanti agli occhi Nani Costa, nei suoi eleganti abiti su misura, impersonare con naturale nonchalance il padrone delle ferriere e intrattenere stupendamente gli amici con la sua bella e vibrante voce tenorile.

Rivedo Sandro Volpi sui campi di tennis dell'ATA. Al suo confronto il povero Mac Enroe avrebbe fatto la figura dell'abatino appena uscito dal collegio degli Scolopi. E Giorgio Culasso minacciare pesanti cazzotti a chi lo sollecitava allo scarto durante accanite partite di scala quaranta.

Rimembro (tanto per cambiare verbo) Ignazio Boscarino nella sua farmacia-salotto mondan-culturale sempre molto frequentata anche se non era ancora di moda fare l'amore con control, e Sergio Poliglotti impegnato in appassionate partite di scacchi nel retro della libreria di Corso Italia.

E potrei aggiungere il superdinamico Sergio Ghirini sempre alla ricerca di battute ad effetto esilarante, e Fulberto Remotti dall'immenso cuore sempre pronto e generoso compagno di avventura...

A questo punto mi accorgo che sto parlando solo di maschi e provo a ricordare qualche ragazza. Ma non riesco a inquadrarne nitidamente neppure una. Dovrei rileggere il terzo volume dei miei ricordi, ma sono  chiusi nell’ufficio del mio editore che è in ferie.

Ho solo immagini che svaniscono subito senza darmi tempo di afferrarne i contorni. Eppure le rammento tutte belle le ragazze asmarine tanto da essere celebrate in una canzone e nelle poesie dei loro compagni di scuola!

La loro bellezza: ecco forse questo è il motivo per cui la mia mente rifiuta di ricordare. Mi sommergerebbe un mare di struggente malinconia se riuscissi a ridisegnare con precisione la dolce e fresca beltà delle asmarine acqua e sapone dentro e fuori.

Meglio ricordare i ragazzi.

Se ricordo Fiorello Silla intento in uno spaventoso ramino non posso certo dire che mi suscita immagini di bellezza... caso mai di fortuna! È molto più facile ricordare Claudio Scoma in mutande giocare a pallacanestro: non ispira inni alla bellezza e non provoca crisi di nostalgia.

Posso ricordare impunemente Rosario Cinirella, inappuntabile presidente del CUA ma non certo adatto al ruolo di Carrington in Dinasty... oppure Nino Daolio, perfettamente a suo agio nel ruolo di rude medico, ma non certo per fare la controfigura del dottor Kildare.

Dei pochi belli che ricordo non voglio parlare perché li ho sempre poco cristianamente invidiati: Sergio De Paoli, Giorgio Panesi,  Marco Daolio, Sergio Varini…

 

Angra

 

(Mai Taclì N. 4-1987)