“La Chiesa Copta Eritrea di Benito Franchi”
 
Al riguardo dell’articolo comparso sul Corriere della Sera (11 ottobre 2020): “La Chiesa Copta Eritrea”  l’amico Benito Franchi, appassionato studioso di quella Terra e di quel periodo, ne fa una recensione sul nostro Profilo f-b.
 
Leggiamo in essa dettagli e considerazioni degne di essere conservate.
 
Caro Barberi, ho visto la pagina di “ CULTURA E TEMPO LIBERO” nella quale si parla della Chiesa Copta Eritrea di Milano.
Mi colpisce il fatto che sia “Copta Eritrea”. E’ pur vero che vi è stata spesso una certa confusione nel definire il Credo degli Eritrei e degli Etiopici e pertanto si è ricorso al termine Copto.
Per Copti si sono da sempre designati gli Egiziani cristiani con un termine arabo “qubt قبطي “, dipendenti dal Patriarca di Alessandria d’Egitto.
 
Dal 1959 le Chiese: eritrea ed etiopica non dipendono più dall’Egitto ed hanno un loro Patriarca.
Fin dai tempi antichissimi gli Etiopi disponevano di un loro altare nella Chiesa della Natività a Betlemme e ce lo ricorda il viaggiatore Jacopo da Verona descrivendoli come delle genti chiamati “ Habesh detti Etiopi”.
 
Gli Habesh- Etiopi giunsero ad avere molti possedimenti in Terra Santa, quali:
 
- la cappella nella rotonda del Santo Sepolcro.
 
- Il monastero di Dayir al- Sultano, o anche detta Cappella di Abramo.
 
- La Cappella dei Quattro Animali.
 
Col passare degli anni e la decadenza del Regno Aksumita gli Habesh furono costretti a cedere o ad abbandonare le loro posizioni e Copti, Greci e Armeni si impadronirono dei siti etiopi.
In particolare i Copti con vari pretesti cercarono e molto spesso occuparono gli altari Abissini. Per oltre due secoli i Copti hanno impedito l’ingresso agli Etiopi ai loro altari. D’allora sino ai giorni nostri vi è sempre stata una certa diffidenza tra le due confessioni.
 
La Chiesa Tewahdò ortodossa nasce perché contraria al Concilio di Calcedonia ed ad essa si unirono la Chiesa Siriana ed altre. Le Chiese Tewahdò dell’Eritrea e dell’Etiopia sono oggi rappresentate da un loro Patriarca e seguono un Monofisismo moderato e la loro posizione è che Cristo è perfetto nella sua Divinità e nella sua Umanità ed ovviamente non si accetta che Egli sia contemporaneamente Dio e Uomo.
 
Il Termine Tewahdo, in geez vuol dire “unità, unione delle due nature” ed implica una Unione senza mescolanza.
Desidero ricordare che l’ Imperatore Hale Sellasiè nel 1965 organizzò il primo incontro ad Addis Abeba di tutte le Chiese monofisite e tra i partecipanti invitò anche la Chiesa Copta e quella Armena.
 
Benito Franchi