Riproponiamo un articolo pubblicato, a suo tempo, dato che riteniamo la domanda che pone, sempre d’attualità.

Eritrea 1869 – 1941: Colonialismo o Colonizzazione?

Al fine di considerazioni "inter nos" sul nostro passato e per cercare di mantenere, verificandolo, un nostro giudizio sulle passate relazioni con l'Eritrea e solo di questa, tanto per intenderci, propongo una riflessione: si trattò di colonialismo o di colonizzazione?

Vi domanderete il perché di questa domanda ma la ritengo attuale: intanto per i rapporti che seguitiamo ad avere con quella terra; poi per non patire, noi Asmarini, crisi d'identità, o sensi di colpa così come indurrebbe la lettura della storia ufficiale formatasi, con tutti i crismi, negli ultimi sessant'anni.

A volte ciò che conosciamo per esperienza personale, per noi il vissuto, o quanto ci hanno riferito i nostri vecchi contrasta con quanto elucubrano gli storici di fama. Noi abbiamo visto le cose alla luce del sole, loro spulciando documenti alla luce di una lucerna, Vedi l'etimologia del verbo elucubrare.

La Storia poi si sa la scrive chi ha vinto e quindi non spetta a noi che non abbiamo vinto un bel niente. Inoltre la Storia si basa su documenti ed il ricercatore è indotto a scovare solo ciò che vuole dimostrare; il risultato finale è infine inevitabilmente tinto del colore delle lenti degli occhiali che si sono inforcati per l'analisi dei documenti: a volte falsi, spesso artefatti.

Ma bando alle polemiche di cui non sono all'altezza, lo riconosco, ma rileggiamo alcune definizioni, solo da testi canonici s’intende formatisi in epoca non sospetta cioè nel secondo dopo-guerra, Sull'Enciclopedia Generale "Compact" della De Agostini leggiamo:

"Colonialismo": Politica mirante alla conquista di territori allo scopo di sfruttare le risorse mantenendo le rispettive popolazione in uno stato di sottomissione, servile. Il Colonialismo inizia cronologicamente con le conquiste spagnole (secolo XVI) e giunge al suo apogeo a cavallo tra il secolo XIX e XX.

"Colonizzazione”: Trasferimento di individui in un territorio diverso da quello d’origine per insediarvisi stabilmente con fondazione di nuove città.

Ma sgomberiamo il campo da una parola di ancor maggiore spessore: "Imperialismo". Lo Zingarelli, vocabolario della lingua italiana così lo definisce: Tendenza di uno Stato ad espandere i propri domini e ad esercitare la propria egemonia su altre nazioni per assicurare sbocchi commerciali alla propria produzione.

Queste le definizioni, universalmente ed integralmente accettate senza riserve persino dai Marxisti e Leninisti: sfruttare risorse, asservire popoli acquisire con la forza nuovi mercati per smaltire la sovrapproduzione di beni.

Ebbene l'Italia con le avventure coloniali ci perse, le popolazioni non furono trattate come nelle altre colonie. Inoltre l'Italia non produceva nulla se non lo stretto necessario, in campo agricolo, alla sua sopravvivenza; non possedeva industrie, si sviluppò come potenza economica solo a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso ma per supplire principalmente ad un'atavica miseria.

 All'emigrazione verso le Americhe della prima metà del secolo scorso seguì quella della seconda metà verso il Belgio, la Germania, la Francia ecc. quindi da esportare c'era solo due cose: menti e braccia!

Del popolo italiano, forte di circa centodieci milioni se ne trovano meno di sessanta in Patria e più di cinquanta sparsi per il mondo: emigranti e non "conquistadores".

Ma tornando all'argomento; osserviamo questi dati fondamentali di fine ottocento:

Eritrea Kmq. 121.100, abitanti 500.000: feudo etiopico l'altopiano; sotto controllo egiziano, per mandato turco, la fascia costiera; contesa tra Dervisci e Negus il bassopiano occidentale e mai da questo ultimo definitivamente dominato.    Italia Kmq. 286.682 abitanti 32.475.000 Stato sovrano, da soli trent'anni spinto all'espansionismo da motivi di prestigio e di povertà della popolazione.

In questo quadro qualche migliaio di Italiani che ivi si trasferirono non potevano fare che una sola cosa: mettersi a lavorare, e, lo fecero.

Solo successivamente la nostra presenza si avvicinò, senza mai superarlo, al mezzo milione di presenze compreso le truppe temporaneamente impegnate per, la Campagna d'Etiopia ed il secondo conflitto mondiale, meno di un decimo di tutti quelli presenti oggi nel resto del mondo.

Infine, al concetto di colonialismo si affianca quello di schiavitù che le più antiche potenze coloniali tollerarono e praticarono. Uno tra i primi impegni che si assunsero le nostre Autorità fu di combattere ed all’ epoca eliminare la schiavitù praticata a danno degli Eritrei dei bassopiani (Baria, Cunama, Tacruri ecc.) dai popoli vicini o confinanti.

Ma, mi rendo, conto ,di aver un po’ esagerato nel ritenermi atto a trattare argomenti così importanti, non voglio suscitare dibattiti, né contrastare tesi diverse o correnti di pensiero autorevoli e consolidate. L'ho detto in premessa: sono considerazioni "inter nos" ma per carità seguitiamo a farle!

(M.T. N°2 2006) Cristoforo Barberi