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Guerra ai Dervisci (meglio “ Mahdisti”) 1890-1897.

La conquista e riappacificazione del Bassopiano Occidentale della futura Eritrea.

dervisci 1I seguaci del Mahdi (Mohammed Ahmed Ibn Sayyid Abdullah (?- 1885 Khartum) formarono un movimento armato, che movendo dal Sudan, scorrazzava quelle terre e con la scusa di muovere la “Jihad” agli infedeli , nel caso: Abissini cristiani e Cunama animisti, in realtà razziavano il territorio e catturavano schiavi; all’epoca anche gli Abissini facevano, in quella zona, le stesse cose. Il movimento però costrinse l’Egitto e l’Inghilterra ad abbandonare gradualmente il Sudan; arrivando anche a trucidare, a Khartoum, il governatore inglese Gordon Pascià (Charles George Gordon  1883-’85).

 La Storia li definisce “Dervisci” ma il nome è improprio infatti Dervisci sono una setta musulmana di spiritualisti turchi. I Dervisci dediti alla meditazione ed alla preghiera raggiungono l’estasi mistica ballando. I seguaci del Mahdi sono Sudanesi convertiti all’Islam e seguaci del loro Capo. La Religione, la loro armatura (che non ha caratteristiche africane ma ottomane), un qualche legame iniziale con la Turchia può aver indotto in errore, noi li chiameremo però: Mashdisti.

All’abbandono anglo egiziano di Cassala, la cittadina cintata più importante della zona, fondata dagli Egiziani nel 1834, intervenne ras Alula, il feudatario più marginale del territorio più a nord e più povero dell’Abissinia, in aiuto degli Anglo Egiziani, affrontando i Mahdisti (o più impropriamente Dervisci) a Cubit, in territorio dei Cunama che allora chiamavano Baria che significa “schiavi”.dervisci 2

Ma in quel territorio era ormai presente anche l’Italia. Gli Italiani avevano occupato Massaua il 5 febbraio 1885, sostituendo gli Egiziani, considerando già una eventuale azione  contro Cassala roccaforte dei Mahdisti, informandone gli Inglesi che da prima non gradirono l’interferenza che invece di seguito, come vedremo, fece loro comodo.

I Mahdisti costituivano inoltre una continua minaccia da nord e da ovest per l’Abissinia scorrazzando il Bassopiano occidentale e una volta, irrompendo da Metémma, erano arrivati sino al lago Tana dopo aver messo a ferro e fuoco anche Gondar. Ed è proprio a Metémma che moriva, affrontandoli, il negus-neghesti Johannes (11 marzo 1889).

Ma lo stesso anno l’Italia occupava Cheren oltre che Asmara temendo, all’epoca più i Mahdisti che gli Abissini considerati quasi come alleati ( Trattato di Uccialli, grandi aiuti a Menelik già negus dello Scioa che si apprestava a diventare Negus-Neghesti).

Il primo scontro tra l’Italia e i Mahdisti avvenne ad Agordat e la battaglia detta “Prima Agordat” il 29 giugno 1890 dove il cap. Gustavo Fara li sconfisse con duecentocinquanta fucili. L’uso programmato secondo regole classiche della fucileria, alla quale anche i nostri ascari erano addestrati, creava vuoti e scompiglio in quei guerrieri avvezzi a combattere il corpo a corpo da cavallo.

Ma Mohammed Ali, emiro di Ghedareff, partì da Cassala con diecimila armati, per una rivincita mahdista della batosta di Agordat ad opera del Fara, con l’intenzione di occupare Cheren e Massaua. L’italiano Arimondi lo prevenne e con soli  duemilacinquecento uomini in gran parte indigeni, ma con artiglieria e lo sconfisse nei pressi di Agordat ai guadi del fiume Barca il 21 dicembre 1893 (“Seconda Agordat”). Ahmed Ali morì in battaglia, Arimondi fu promosso Maggiore Generale a Galliano fu concessa la medaglia d’oro.

Tra le cause che consentirono la presenza italiana in zona ci fu il fatto che Johannes d’Abissinia non ci attaccò mai, seppure di noi diffidasse, per fare causa comune proprio contro i Mahadisti. ( Fondamentalmente: Cristiani contro l’Islam).dervisci 3

Il gen. Barattieri, il più autorevole tra i nostri militari, seguitava ad insistere che il maggior pericolo, per la nostra presenza, fossero al momento i Mahdisti finché ebbe il consenso dal Governo a muoversi anche in quella direzione. Il 17 luglio 1894 una nostra colonna al suo comando attaccò le forze opposte a Cassala, sgominandole con perdite insignificanti ma cadde il cap. Carchidio che tanto si era distinto nelle precedenti battaglie. La città fu conquistata.

Nel 1896 il califfo Abdullahi ritentò un colpo di mano per rimpadronirsi di Cassala difesa all’ora dal cap. Hidalgo che con gli aiuti provenienti da Cheren tenne la posizione mentre il col. Sevani si unisce ai difensori. I Mahdisti con gravi perdite (non meno di mille uomini) abbandonarono l’assedio e si dispersero.

L’anno successivo, a dicembre del 1897, la città di Cassala fu restituita all’Autorità Britannica del Sudan ed i confini, di quella che ormai era l’Eritrea da otto anni, furono spostati e stabilizzati dal fiume Barca al Gasc. Il territorio così detto del “Bassopiano Occidentale” (per distinguerlo da quello Orientale che costituiva la fascia costiera)  pacificato ed ammesso definitivamente alla nuova Eritrea.

Rivalta di Torino, dicembre 2016.

Cristoforo Barberi