Pronta a varcare i monti senza tema,

 sulle rotaie, lenta, s'incammina...

 il freno cede ed essa par che frema  

or che libera va giù per la china. 

 Va seguendo la corsa sul sentiero  ripido,

in alto, a volte assai tortuoso,

 passa sui cigli come un bei destriere,

sull'orlo di un burrone minaccioso. 

Come se l'ali avesse strette ai lati,

 lascia a tergo nel rapido suo corso

delle montagne i ventri ormai squarciati,

dell'ambe infide il cuor, senza rimorso.

 All'urlo lieto della sua sirena di scimmie

un branco guarda incuriosito,

stridono i freni nella curva piena

e lanciano faville per l'attrito.

Si rinasconde allor, con gli occhi accesi,

torna alla luce, esegue una falcata,

risale tra i dirupi più scoscesi come un nibbio

precipita in vallata.

 Tutto inchinarsi sembra, al suo passaggio...

e fila ancora, fila senza posa.

La segue il sole stanco col suo raggio nella

pianura brulla e un po' sabbiosa;

 tra spoglie acacie, ed alberi contorti

va per la piana, sfreccia come un dardo:

di Dogali un saluto lancia ai Morti

e giunge poco dopo al suo traguardo.

 

Rinaldo Guerrisi

(Mai Taclì N. 3 -1988)