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Home di Daniela Toti CopertinaConosco Daniela Toti, oggi Daniela Toti Pellizzari dagli anni settanta, direi da una vita. La nostra amicizia, ora, in gran parte virtuale, fatta di stima e di ammirazione reciproca, è tenace e profonda. Lei sa che io ci sono come io so che lei c’è e ciò ci basta. Non potevo, dopo aver letto HOME, il suo libro autobiografico (mi auguro che non sia l’unico) con piacere e coinvolgimento e avendo deciso di farle alcune domande per saperne del come e quando di Home, usare il lei, che in questo caso sarebbe stato totalmente fuori posto e artificiale! 

Uso il tu come l’ho sempre fatto, dai tempi di via Abuna Selam Kessetié Berhan a Gaggiret (Asmara) quando lei in veste di valente pallavolista delle Walkirie (una sestetto imbattibile) frequentava il Collegio La Salle di Asmara.
Daniela, ho letto con curiosità, interesse e crescente coinvolgimento, la tua autobiografia. Ti dico brava non perché siamo amici, ma perché lo penso e lo meriti. Nel tuo Home sei riuscita a darci uno spaccato, a parer mio, completo della tua vita e dei diversi luoghi nei quali sei vissuta. Quello che ho apprezzato di più in questa Home, presentato specificatamente nel significato anglosassone della parola, c’è tutta la tua famiglia compartecipe di ogni momento della tua vita e c’è l’Africa, quella del quotidiano. Sui contenuti non mi dilungo, ma dico che Home è un libro da leggere per i valori umani, fortunatamente ancora oggi validi che i tuoi ti hanno inculcato, che tu hai praticato con impegno e costanza. Sei vissuta in ben cinque paesi extraeuropei dall’Eritrea, all’Etiopia, alla Rhodesia del Nord (oggi Zimbabwe) allo Zambia, dall’Arabia Saudita, alla Liberia. Pur amando quei luoghi che ti hanno forgiato la vita, dove sei stata felice e dove forse ti sarebbe piaciuto vivere per sempre, sei restata italiana.Dani HomePer la forma, penso che le spiegazioni storiche, geografiche e di costume pur utili, rompono un tantino il filo della narrazione e diminuiscono il piacere di seguire le tue vicende personali. Inoltre, ma soltanto “en passant”, mi permetto di scriverlo, il libro avrebbe bisogno di un lavoro redazionale più accurato. Non mi dilungo sugli aspetti tecnici. Di questi si potrebbe discutere.
Ora, per favore, dimmi il perché, il come e il quando di Home, in modo che i tuoi futuri lettori lo possano apprezzare di più.
Con stima Augusto Orsi, un amico di vecchissima data.

cartina Home  

Ecco il perché, il come e il quando.
Il perché:“Il motivo principale è stato perché mi sono resa conto che man mano che quelli delle generazioni che ci hanno preceduti volano in cielo, viene sempre meno la memoria storica del passato. Il tempo corre così in fretta che avvenimenti di 100 anni fa, tipo le guerre coloniali, stanno incredibilmente cadendo nell’oblio.
Ma io vorrei che i miei figli e i miei nipoti possano sapere del perché i loro genitori siano nati ad Asmara, pur essendo italiani e di famiglie italiane. Possano conoscere la famiglia delle loro mamme, il loro nonno che non hanno avuto la possibilità di conoscere, perché è mancato quando loro erano solo scritti nelle stelle.Poi ci sono stati gli amici incontrati lungo il percorso post Eritrea/Etiopia. Quando raccontavo loro qualche episodio della mia vita, rimanevano sempre sorpresi e affascinati da questa mia realtà girovaga e in molti mi hanno suggerito: “Ma scrivici un libro!”.
Tu sai come per me sia stato un invito, visto che da sempre mi diverto moltissimo a scrivere!
Il come: ho preso appunti nel tempo. Per una ventina d’anni ho avuto il progetto di Home nel cassetto, e di tanto in tanto aggiungevo un pezzetto allo “skeleton”. Poi con la pensione è finalmente arrivato il tempo per riprendere in mano il tutto, completarlo, rivederlo… e qui il lavoro redazionale più accurato di cui giustamente parli. Io ho letto e riletto il testo decine di volte e ogni singola volta aggiungevo, toglievo, correggevo, potavo, sfoltivo… sono andata avanti per mesi.
Il Quando: Poi mi telefona mia sorella Antonella e mi dice: “E’ arrivato il momento di prendere il libro e com’è è, dallo 

Home di Daniela Toti Terza di Copertina

in stampa, perché vorrei organizzarti la presentazione qui in Sardegna e farlo presentare da Luigi, che si troverà qui nell’ultima settimana di Giugno”. Luigi, suo figlio, è il mio nipotino famoso nel mondo del basket che, intervistandomi durante la presentazione, si è prestato a farmi anche da cassa di risonanza. Ma per poterlo fare nella data prefissa, dovevo in fretta pubblicare il libro. Sono quindi andata da Zanetti Editore e gli ho consegnato il libro così com’era, senza – appunto – fare un lavoro redazionale come si deve. Zanetti infatti era molto contrariato, ma io (sempre ottimista ad oltranza!) gli ho detto che per la ristampa faremo tutto per bene!
La parte storica: sì, immagino che sarebbe tutto più fluido dando per scontato che i lettori sappiano dove si trovino tutti i luoghi che descrivo, ma non è così. In g

enere, solo chi ha avuto un nonno o un parente in colonia sa dell’Africa Orientale Italiana. La Rhodesia – anche come Zimbabwe - è ignota ai più. La Liberia mi chiedono dove sia… il Gambia cos’è? L’Arabia Saudita magari è più nota grazie all’oro nero. Uno dei motivi per cui ho voluto inserire le spiegazioni storiche, e anche geografiche , è stato proprio perché il lettore meno informato potesse localizzare meglio i luoghi.
Una cosa di cui sono particolarmente contenta è che in molti mi hanno detto che la serenità con cui ho tutto sommato fatto fronte agli aventi può essere di aiuto a quelli che si vedono crollare il mondo e devono ricominciare da capo. Sì, sono stata una profuga privilegiata, ma ho spesso ricominciato tutto da capo. E se raccontando questo potesse servire di sprone anche ad una sola persona, beh, mi sentirei davvero felice.

 

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In viaggio con un’africana bianca
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