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I TERRENI COLTIVABILI IN COLONIA
( parte seconda)

 

Nella  precedente  parte si  erano visti i primi tre  sistemi di distribuzione in Abissinia delle  terre coltivabili . Ora vedremo gli altri rimanenti sistemi di  assegnazione:

Medri-Gulti. Le  terre vengono date in godimento ad un convento o  e detta corporazione  di persone assumono la  qualità di intendenti. Detti terreni, nel tempo vengono regolati dal sistema Medri-resti ( già visto la  scorsa  volta) e non vengono più revocati e rimangono di proprietà’ del  convento con possibilità di  trasmissione.

Medri-Hahenal, o anche detti Medri-Rot. Questa  forma  è praticata principalmente  nell’Hamasien e nell’Acchelè-Guzai. Sono le  terre  possedute non dalle  famiglie della stessa  stirpe, ma da  alcune  stirpi che  tirano a sorte annualmente il diritto alla  coltivazione del sesto da  seminare. Vi possono concorrere anche  i  forestieri.

Medri-Casci, o  anche detti Madri-Cahenat. Sono le  terre assegnate  al prete per il suo esercizio del culto. Deve  dividere  i proventi,  per un terzo, con i suoi diaconi.

Medri-Nigiis. Sono tutti i terreni demaniale, o divenuti tali  o per  confisca o per estinzione delle  stirpi che  li possedevano.

Fissate  le  modalità di concessione  delle  terre coltivabili rispettando le consuetudini locali e nella applicazione delle  tradizioni abissine, gli agricoltori italiani ed il governo della  colonia, diedero inizio a lavori  assai importanti.

Sull'altipiano, pressol'Asmara,la dittaBarotticostruì, mediante lo sbarramento di unavalletta,un piccolo bacino, col quale irrigare una parte della sua concessione agricola.

Altri importanti progetti riguardanti la creazione di bacini erano stati elaborati da due vecchi studiosi di cose eritree: l'ingegner Bonetti e l' avvocatoCagnassi.

I progetti, comprendevano nelle loro linee generali, tutte le operazioni volte a raccogliere le acque piovane dei bacini imbriferi orientali per irrigare le regioni litoranee comprese tra la valle diTabo’al Sud edipascoli diSceeba Nord. Inoltre, si proponevano raccogliere le acque dei baciniJangused Agbalo,per fornireMassauadi acqua potabile e per irrigarei terreni di OtumloeArchico.

Tale intento si realizzerà con lo sbarramento delle vallate nelle quali affluiscono le acque e con la formazione di laghi artificiali per raccoglierle e distribuirle ai sottostanti terreni capaci di ricche produzioni tropicali. L'opera completa comprendeva vari serbatoi,iquali complessivamente avevano una capacità di circa 1,200,000,000 metri cubi di acqua, per l' irrigazione di oltre 42,000ettari. cotone1di terreno.Va qui ricordato , prima  che  il luogo fosse  colonia  italiana, il primo tentativo di colonizzazione agricola sul suolo eritreo ad opera di un piemontese. Nel 1868 il Padre Stella della Missione Lazzarista Francese, stabilita a Cheren, fondava una colonia agricola nella valle di Chotel e precisamente sotto il monte Zàdamba. I terreni vennero assegnati secondo la  consuetudine già vista, la Medri-Casci dalla stirpe  Bilena della  zona.

Concludendo, desideriamo precisare  che  il governo della  colonia non concedeva  terreni agricoli solo agli italiani ma a  quanti ne  facevano domanda, indigeni compresi, senza  alcuna  discriminazione. Qui ricordiamo alcuni esempi riportati e trascritti nei registri tenuti a Massaua dalla al-mahkama al-shariyya (Corte islamica ). Nel 1908 venivano assegnati, i seguenti terreni ad  uso agricolo, per la  coltivazione  del cotone, alle famiglie:

- Ahmad Afandi al-Gul 28 ettari nella  zona di Waqiro, locata  a  nord di Massaua.

- Nella  stessa  zona 930 ettari a Muhammad Hamed Salim.

- Hassan Muhammad al Safi, 300 ettari nella  zona  di Zula.

- Abdallah Salim al- Abdallah, 175 ettari a Dogali.

Cesare  Topoi