CIMITERO ITALIANO DI ASMARA

Appello alle Autorità competenti, Quale che sia, per la conservazione.

Spett. Beni artistici e d’interesse storico, presso Ministero della Culura Roma

Spett. Ambasciata dell’Eritrea

E per il suo tramite, ringraziando anticipatamente a:

Spett. Beni artistici e d’interesse storico, presso Ministero della Cultura dell’Eritrea Asmara

-Spett. Municipalità di Asmara, al sig. Sindaco Asmara

-Spett. Ambasciata d’Italia, Asmara Eritrea

Sono Cristoforo Barberi e dopo un rispettoso saluto, Vi scrivo a nome e su sollecitazione di coloro che restano della Comunità Italiana dell’Eritrea. Ci teniamo tuttora in contatto, nel rapporto di amicizia e solidarietà che ci univa da giovani, nelle Associazioni, di fatto, denominate: Mai Taclì, Nefasit Paesana ed il Club degli Asmarini e Addis-abebini, tra le principali presenti in Rete.

Ci giunge notizie che il Cimitero di Asmara, dove riposano i nostri Avi e Parenti, civili, versi in grave stato di incuria e di abbandono mentre la Città, nel suo complesso, è ritenuta universalmente un bene da preservare.

Senza voler interferire con la conduzione dell’area cimiteriale secondo le disposizioni vigenti, preghiamo, chi di competenza, di provvedere affinché questa testimonianza storica e culturale, rappresentata dalle sepolture di chi, da civile, lì è nato, lì ha trascorso la vita ed operato in favore dello sviluppo e del benessere della sempre e da tutti amata Eritrea, venga preservata.

Si sa che le sepolture vengono concesse a tempo, che quindi esumazioni ed estumulazioni siano prassi ordinaria dei Cimiteri, ma speriamo che: almeno i resti umani non vadano dispersi ma raccolti, in modo individuale, in ossario; le lapidi conservate come i monumenti e le opere d’arte; l’area magari ridotta ma che ne concentri e ne mantenga le caratteristiche. Il progetto e la realizzazione, incluso l’onere finanziario farà fronte, per competenza lo Stato Italiano qualora aderisse alla richiesta.

Ci sovvengono le parole del Poeta:

 “…qual fia ristoro a' dí perduti un sasso/che distingua le mie dalle infinite/ossa che in terra e in mar semina morte?/ Vero è ben, Pindemonte! Anche la Speme,/ ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve/tutte cose l'obblío nella sua notte;/ e una forza operosa le affatica/di moto in moto; e l'uomo e le sue tombe/e l'estreme sembianze e le reliquie/della terra e del ciel traveste il tempo/…” (Da: I Sepolcri di U. Foscolo)

Ma forte resta in noi l’auspicio che il nostro appello venga accolto. Grazie!

Con osservanza, Cristoforo Barberi (Coordinatore dei Redattori del Mai Taclì) via Umberto I°, 48 10040 Rivalta di Torino (TO). Tel. 011.9091456.

 

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