Abissinia, come, quando e dove

A volte si tende confondere l’Etiopia con l’Abissinia, ma va chiarito subito che esse, geograficamente ed etnicamente, non sono la stessa zona. 

Nell’antichità all’Etiopia si univa o si confondeva con la Nubia, cioè tutto quel  tratto di valle del Nilo fra Assuan e la confluenza del Nilo Azzurro con il Nilo Bianco che avviene ad Omdurman, in Sudan e così veniva chiamata Aethiopia. Certamente per gli antichi geografi non era facile farne una netta distinzione anche se Erastotene, il primo a nominare i “Noubai” precisa che non fossero soggetti agli Aethiopes, mentre Plinio il Vecchio parla dei Aethiopes-Nubei.
Va comunque precisato che in seguito la Nubia – nome che probabilmente potrebbe derivare da nubche significa oro, o da nubt, treccia di capelli, perché gli antichi egizi erano rimasti affascinati nel vedere queste genti dai capelli crespi riuniti in tante piccole trecce – e l’Etiopia ebbero vicende comuni di scorrerie, battaglie, occupazioni varie sino a quando tra il 350 e il 370 d.C. l’impero meroitico venne definitivamente sconfitto e distrutto dal re Ezana di Aksum il quale lasciò indicazioni storiche dell’evento in quattro lapidi adAksum. 
Inoltre, i due territori hanno avuto in comune la grande fede Cristiana. In Abissinia il Credo giunge intorno al 350 d.C., nella Nubia più o meno nello stesso periodo  cosi come narrato in “ Atti degli Apostoli 8:25-39.Ancora, nei suddetti Atti degli Apostoli si apprende che l’etiope eunuco della regina Candace, battezzato dal diacono Filippo, non era Etiope, ma un Nubiano!
Ora però riprendiamo il nostro discorso iniziale sull’ Abissinia ed il suo nascere.
La punta meridionale della penisola arabica era abitata dai Sud-Arabi ben più evoluti delle popolazioni africane dirimpettaie ed essendo ottimi naviganti sciamarono dal Golfo di Adan sino a tutta la costa africana del Samhar facendo loro il Golfo di Zula. Poi con il tempo iniziarono  a risalire le valli raggiungendo l’altopiano ove fondarono  i loro insediamenti ed imposero le loro leggi. Si consideri che la maggior parte di essi appartenevano alla tribù degli Habasciat. 
Le colonie in terra  abissina dei Sud-Arabi dipesero per moltissimo dalla città di  Marib del tempo del regno di Saba. A capo delle colonie semitiche vi era un capo distretto detto Nagasi, ed era il responsabile dell’esattoria. Tutto ciò è stato confermato dopo il ritrovamento nei luoghi ovesorgeva la vecchia città di Marib, da documenti e materiali portati alla luce a partire dal primo tentativo fatto nel XVIIIsecolo dal tedesco Carsten Niebuhr; da una seconda spedizione dell’archeologo austriacoGlaver e dal francese Halevy. Infine, la spedizione, più importante, che ebbe maggior successo, quella del 1951 finanziata dalla“Fondazione Americana perlo studio dell’Uomo”, (TheAmerican Foundation for theStudy of Man) guidata dal paleontologo Wendell Phillips.Gli scavi portarono alla luce le rovine di bellissime costruzioni.
Col passare dei secoli questi nuclei di Sud-Arabi si resero indipendenti dal loro re di Saba e costituirono intorno al III secolo a. C. il Regno degli Habasciat in terra africana. (continua).
Abbiamo precedentemente accennato dell’insediamento degli Habasciat lungo tutto il littorale del Samhar ed il Golfo di Zula per un tratto superiore ai settecento chilometri ed è quindi verosimile che da qui abbiano preso la via verso l’altopiano partendo dalla penisola di Buri, e seguendo il letto dei fiumi- torrenti che scendono dall’altipiano stesso: il Dandero, che nasce nel Soira e l’Endeli  che hanno sorgente nella conca di Senafè. Quindi, questa popolazione, attraversata la zona di Senafè, giungeva ad Adigrat ed eccoli quindi nel cuore del Tigrai, che conquistano e colonizzando cosi l’acrocoro.
Dai vari ritrovamenti e come è sempre avvenuto nei millenni, anche  gli Habasciat hanno preferito insediarsi lungo il corso dei fiumi ed in tutte quelle zone che erano provviste d’acqua.
Dopo aver occupato tutta la zona detta “ Medri Bahri” cioè l’attuale Eritrea, così definita dal suo mare, al fiume Mareb, gli Habasciat si spostano verso sud, nel Tigray, tra il Takkezè e il Mareb. giungendo nel Lasta tra lo Tsellari e il Takkeze, quindi nell’Amhara, tra tra il Takkeze e l’Abbay (noto oggi anche come (Nilo Azzurro), poi nel Wollo,frailBascillo e il Vanset, infine nello Shoa fra il Vanset e l’Awash.
Spesso si sono viste carte geografiche con indicati i confini dell’Abissinia limitatamente alle zone alte dell’acrocoro centrale escludendo territori che invece furono ugualmente abitati dai popoli giunti dalla sponda orientale del Mar Rosso. 
A tal proposito ci poniamo alcune domande: a)- Perché la zona est dei Danakil ( Bassopiano orientale e fascia costiera) non dovrebbe aver fatto parte dell’Abissinia visto che  gli Habasciat giungevano dal vicino Yaman proprio via mare?
b)- Perché la zona nord non dovrebbe aver compreso tutto il Samhar visto che questa altra zona costiera fu uno dei primi approdi delle genti giunte dalla Yaman?
Pertanto non si capisce perché tutta quella zona che poi gli Italiani chiamarono in seguito Eritrea non avrebbe dovuto essere parte dell’Abissinia.
Se proprio vi deve essere una esclusione di territorio, possiamo pensare ad una minuscola parte del Sahel soltanto, vista la costa rettilinea e priva di insenature, nel  tratto che va da Ras Casar a Ras Arb, ​
mentre essa costa offre un profilo anfrattuoso in faccia alle isole Dahlak, la Baia di Archico, Medzauà, come chiamata dagli Etiopi, oppure in tigrignà chiamata Base, i Begia invece la chiavano Bad, alcuni cartografi: Badi. Qualunque fosse il nome dell’attuale Massaua,faceva parte di una delle province, il Medri Bahri: il Paese del Mare, governato da un Bahr-negassì del Seraè.
La vasta insenatura di Zula o di Arafali, con la penisola di Buri, per poi giungere sino alla Baia di Auakil e quella di Anfila, sulla costa settentrionale dei Danakil, ma, ancora più a meridione: il Golfo di Edd e il golfo ancora di Ras Rahmat, la Baia di Beilul per trovare quindi, a loro disposizione, anche l’ampia Baia di Assab. E’ evidente che lungo tutta la costa del Medri Bahri(oggi nota come Dancalia) le genti, che giungevano dal regno di Saba, trovavano attracchi agevoli per le loro imbarcazioni.
Gli Habasciat avranno anche percorso le già esistenti carovaniere del Sahel (oggi confine con il Sudan) per accedere al Tigray seguendo percorsi più facili anche se più lunghi,partendo da Medzauà e dirigendosi verso Labca, dai pozzi di Al-‘Ain, Nacfa indi Keren, Agordat ,Barentu, AdiQuala per giungere così ad Aksum, nel cuore dell’altopiano. 
Atro tragitto più breve ma assai più irto : Zula, Decamerè, Adi Kaieh, Aksum percorso ricco di resti archeologici.
L’Abissinia, su alcune carte, risultava compresa tra il 9° e il 14° di latitudine nord e tra il 33° e il 42° di longitudine est, ovvero zona ben più vasta di quanto si potesse credere in epoca posteriore confermando, per i moderni Eritrei la loro certa appartenenza alla nota Abissinia. Come si può notare dalla cartina geografica allegata, l’Abissinia comprendeva tutte le zone dei più importanti corsi d’acqua e come già detto e conglobava quelle che oggi sono: l’Eritrea, il Tigray, il Bagemder, il Goggiam,il Wallo e parte, a sud, dello Shoa sino ad Addis Abeba ed ad est quasi tutta la Dancalia. 
Persino a sud: nell’Hararino, presso Dire Dàua ed altrove, sono state trovate anche notevoli pitture rupestri molto simili a quelle delle grotte dell’Acchelè Guzài orientale. 
Altre colonie militari furono insediate a sud dell’Auàsc e col tempo, abbandonate a se stesse per un restringimento delle frontiere abissine, si amalgamarono con le locali popolazioni Sidàma, dando origine ai più antichi gruppi dei Guraghè, i quali mostrano particolariaffinità linguistiche con quello dello Haràr. A queste colonie a sud dell’Auàsc sono state attribuite numerose stele trovate fra i Guraghè e i Sóddo, le quali ricordano, in parte, gli obelischi akxumiti.
La posteriore e più nota Civiltà Aksumita inizia intorno al 950 a.C. ed ha il suo tramonto verso il settimo secolo dopo Cristo con l’avanzata islamica. L’Islam conquista l’Egitto e la conseguentemente la Nubia ancora cristiana. Il primo scontro tra Nubiani ed Arabi musulmani avvenne nell’estate del 641: Dopo aver messo piede ad Assuan, gli Arabi pensarono bene di avanzare all’interno della Nubia per creare una testa diponte utile onde trarre dall’Africa schiavi negri,( Yusuf FadiHasan, The Arabs and the Sudan, United Press).
La seconda spedizione militare arabo-musulmana si ebbe nel 652, ma non ebbe successo i cavalieri arabi caddero trafitti dalle frecce scagliate, con maestria, dagli arcieri nubiani. Lo storico arabo dell’epoca, ibnAbd al- Harim scrive :” Abdallah, emiro governatore dell’Egitto vista l’impossibilità di sottomettere i nubiani, tratto con loro la tregua e firmò non un trattato di pace, ‘ahd”, ma la tregua “hudna”.
Intanto le popolazioni dei regni nubiani entrati in contatto con i musulmani, o per terrore o per promesse di protezione ricevute, abbracciano il nuovo Credo, quindi: i Begia, gli Amarar, gli Hadendowa ,lungo il Mar Rosso, e gli Halenga.
La successiva migrazione della tribù degli Rabi’a originari dalla penisola araba si fonde con le Genti locali. Gli Hadarib, di Suakin, furonoi primi ad abbracciare l’Islam.
Nel 900 circa tutta la Nubia è sottomessa ma non solo la Nubia anche la valle del Barca abitata dai Bazin e i Baria. La grande, antica Abissinia quindi rapidamente decadde, il colpo mortale fu la vittoriosa irruzione dei Begia nell’altopiano eritreo.

LA REDAZIONE (G. E. Belloni) Ottobre 2020.

abissinia1

Resti di una costruzione rinvenuti nella Tavolette ritrovate nello stesso sito  Zona della vecchia capitale Marib delRegno di Saba.

abissinia2

Cartina indicante la zona ove sorgeva la capitale Marib da dove la tribu degli Habasciat giungeva.

 

 

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