Tu che avevi il sorriso di ragazzo

e la morte in agguato dentro il cuore

tu che sognavi il vento

dell’altopiano

e l’altissima quiete

e il fruscio degli eucalyptus...

sei ritornato a lei.

Come un ‘amante ti è venuta incontro,

dorata selvaggia creatura,

le braccia tese

perdutamente.

E la sera, talvolta,

sdraiato sull’erba

sotto le grandi stelle,

ancora

ci racconti una favola

solo per noi.

In un sospiro immenso

tu ci parli di lei,

ci conforti

ci rassicuri:

nulla è mutato da allora

il sapore del vento

le colline

e l’altissima quiete.

E il tuo viso - per sempre - di ragazzo.

 

Ada Felugo

                  Rimini, 15-16/5/1982