LA GRANDE SPERANZA

 

Sentendo la radio, sfogliando il giornale
spesso s’incontra notizia ferale
riportata pure in televisione:
molti son morti sopra un barcone.

C’erano uomini, donne e bambini
provenienti dalle coste africane
forse da giorni sull’imbarcazione
la loro meta: la nostra nazione.

Da qualche anno questo succede
Chiamarli migranti è dispregiativo
si tratta solo di povera gente
in cerca solo d’un nuovo destino.

Hanno percorso enormi distanze
a piedi, in cammello, a dorso di mulo
o su fatiscenti torpedoni
alcuni son morti in tali occasioni.

Perché son fuggiti dal loro paese?
Laggiù c’è guerra, le donne stuprate,
gli uomini uccisi, i bambini-soldati
manca di tutto, son tutti affamati.

Dall’Europa i lontani parenti
suggeriscon loro: dovete fuggire
che serve restare e forse morire
meglio una vita da ricominciare.

I paesi con maggiore povertà
son tutti quelli localizzati
nell’Africa detta sub-sahariana
poco può fare la nostra civiltà.

Se sulle coste tu devi arrivare
c’è il Sahara da attraversare
tanti chilometri di sabbia rovente
dove per giorni non incontri niente.

Il mare nostrum è molto lontano
e lo si deve attraversare
ma una volta che l’hai superato
sei in Europa, pericolo passato.

I trafficanti hai dovuto pagare
soprusi, violenze hai dovuto subire
la fame, la sete, tormenti vari
prima di poterti imbarcare.

Ma gli scafisti senza esitazioni
stipano tutti sopra barconi,
su pescherecci, su vecchi gommoni
molto al di sopra della capacità.

Ecco che spesso fuori del porto
o dopo un po’ di navigazione
all’improvviso succede qualcosa
muore qualcuno senza distinzione.

Quando i natanti toccano terra
ci sono i morti da recuperare
sulla banchina allinear le bare
in attesa dell’inumazione.

I sopravvissuti son sistemati
nei cosiddetti centri d’accoglienza
anche al di sopra della capienza
non sono hotel a cinque stelle.

Qui rimarranno il necessario
quanto prevede la burocrazia
la posizione sociale da definire
per rimanere o per ripartire.

Tu che mi leggi non aver timore
che questa gente possa insidiare
ciò che possiedi in beni e ricchezze
il conto in banca od altro ancora.

Lasciamo ad altri la decisione
di definire la loro posizione
per questa cosa son compromessi
i ventotto paesi dell’Unione.

Tullio Mascellari

Settembre 2014