Tamrin, il Mercante etiope.

Tamrin un personaggio fondamentale della legenda etiope dell’incontro della Regina del suo Paese e del re Salomone. Per il suo tramite i due Sovrani si incontrano, si amano e dal loro amore nacque Davide (1) che sarà il Re di una rinnovata Etiopia. tempio


Tamrin era un commerciante e spedizioniere molto importante, forniva come vedremo, materiali di provenienza del suo Paese per la ricostruzione e l’ampliamento del Tempio di Gerusalemme. Già Davide, padre di Salomone sceglie un’altura di Gerusalemme per edificare il Tempio destinato a custodire l’Arca dell’Alleanza, il cofano contenente le Tavole della Legge date a Mosè sul monte Sinai.

Ma la costruzione del Tempio richiese molto tempo. Verrà completata solo dal re Salomone (figlio di Davide) nel 957 avanti Cristo. Questo primo tempio di Gerusalemme era un edificio non molto grande; ma sorgeva – come si può ben capire – in un posto assolutamente sacro. Il Tempio purtroppo andò distrutto una prima volta nel 586 avanti Cristo, quando arrivò Nabucodonsor II e deportò gli ebrei in Babilonia.

Il Kebra Nagast (La Gloria dei Re), antico testo etiope, ci narra di quanto Salomone fosse attento e come curasse personalmente i lavori; e quali materiali idonei e pregiati, ricercasse. E proprio in questo ambito che il Sovrano conosce e tratta con il mercante Tamrin noto per il suo prestigio e ricchezza nel proprio Paese.
Tamrin soleva caricare fino a cinquecento venti cammelli e possedeva circa e settantatré navi. A quel tempo il re Salomone, che desiderava ampliare e completare il Tempio, cercava di acquisire i materiali necessari per il lavoro. Mandò quindi messaggi a tutti i mercanti nell'est e nell'ovest, e nel nord e nel sud, offrendo in pagamento oro e argento per ottenere, da loro, qualunque cosa fosse necessaria per l’opera. Alcuni gli riferirono di questo ricco mercante etiopico.

Salomone gli inviò un messaggio e lo sollecitò a portare qualsiasi cosa ritenesse idonea dal paese d’Arabia(2): oro rosso, zaffiri e legno nero (ebano) che non poteva essere attaccato da insetti. Così avvenne il rapporto tra quel mercante, già noto anche alla Regina dell'Etiopia, che andato dal Re gli forni, ben remunerato i materiali richiesti.

Ora quel mercante era anche uomo di eccezionale comprensione, osservò e comprese la saggezza di Salomone e si meravigliò ; seguì attentamente come il Re aveva rispondesse e cercò di capirne il giudizio e la prontezza, la discrezione nei suoi discorsi e il suo modo di vivere quotidiano. Tamrin osservò le occupazioni del Sovrano, la sua benevolenza e come amministrasse il Paese e le sue Leggi; osservò che Salomone dava ordini con umiltà e benevolenza ed ammoniva chi avesse commesso errori perché non li rifacessero. Poiché ordinò la sua casa alla saggezza e al timore di Dio, e sorrise graziosamente agli sciocchi eli mise sulla strada giusta e si occupò gentilmente anche delle schiave.

Tamrin capì che la sapienza è amata dagli uomini di comprensione mentre è respinta solo dagli sciocchi Quando il mercante notò tutte queste cose restò stupito, mentre erano cose normali per chi il Re lo frequentasse abitualmente e ne trasse un insegnamento. Tamrin capì allora la grande popolarità ed il prestigio di cui godeva il Sovrano e grazie alle sue doti: la fedeltà incondizionata dei suoi sudditi mentre giustificava la gloria e le ricchezze che Dio gli aveva donato in grande abbondanza, in: gioielli, bestiame e vestiario.
Infatti nel regno di Salomone, l’oro era comune come il bronzo, e l'argento come piombo; metalli e legname in grande abbondanza. E pertanto Tamrin lo considerò un Sovrano unico per le sue doti.
Quando il mercante volle tornare nel suo Paese, andò al cospetto di Salomone si prostrò, lo abbracciò e gli disse di lasciarlo tornare al proprio Paese nonostante i privilegi di cui aveva goduto e gli disse anche che aveva avuto modo di conoscere la sua grandezza; nonostante tutto desiderava tornare alla sua Terra ed alla sua Regina della quale restava fedele suddito. E Salomone lo gratificò di altri doni preziosi anche per il suo paese l’Etiopia e lo mandò via in pace.
E Tamrin ritorno alla sua Signora consegnandole i doni che aveva portato. E le ha riferito come era giunto nel paese di Giuda e in Gerusalemme, come era entrato nel mondo della presenza del re Salomone e tutto ciò che aveva sentito e visto.
E le disse come il Re amministrasse la Giustizia, come si esprimesse autorità, come rispondesse a tutti con cortesia, come non ci fosse nulla di falso in lui e come dirigesse gli operai della costruzione del Tempio e come apprendesse l’astuzia da tutti: mercanti e commercianti con estrema saggezza. Ed ogni mattina Tamrin si relazionava con la Regina illustrandole tutta la saggezza di Salomone, di come lui amministrasse il Regno e la Giustizia di come avesse ordinato le sue Leggi e come recuperava quelli che avevano fatto del male dopo ila pena e che timorosi non ripetevano le loro cattive.
E la Regina restò ammutolita dalle cose che ebbe sentito dal Mercante suo suddito ed ha pensato, in cuor suo, che lei sarebbe andata a conoscerlo commossa dalla grandezza del suo piacere nell’apprendere quelle cose che Tamrin le aveva detto. E lei divenne estremamente ansiosa di andare da lui, ma meditò sul lungo viaggio, pensò che era troppo lontano e troppo difficile da intraprendere. E di tanto in tanto, dopo aver fatto, sempre a Tamrin, domande su Salomone ed udito tutto ciò che Tamrin le disse di lui, divenne molto desiderosa di andare, per poter sentire di persona la sua saggezza e vedere il suo volto e di abbracciarlo e presentare una petizione al riconoscimento anche alla propria regalità.

Il suo cuore era ormai incline ad andare da lui, perché questo era il volere di Dio.

 

Note: (1) Davide poi re d’Etiopia da non confondersi con Davide, suo nonno, il padre di Salomone. (2) La città di Saba si trovava nell’Arabia Meridionale ma, per un certo periodo storico, in un unico regno con l’Abissinia. Da qui in avanti, il racconto del Kebra Nagast pone invece la Capitale nel cuore dell’Abissinia: la “Città di Makeda”, che la tradizione locale identifica in Axum.

Cristoforo Barberi, Rivalta di Torino novembre 2019.