2 - VORREI ESSERE UNA DELLE TUE SCHIAVE !

Rivalta di Torino lì I Mar'07


Azieb o Makeda o Belkis, la Regina di Saba o Shebba ( 950 a. C. ) la conosciamo bene; ne abbiamo colto i tratti dal racconto biblico o dalla legenda etiopica. In quante nostre case abbiamo appeso, incorniciato, il pannello, olio su tele stile bizantineggiante, che la raffigura durante il suo mitico viaggio per visitare il più famoso dei re: Salomone e tornearsene a caso già futura madre del futuro primo Imperatore!
Questa regina era una donna bellissima dalla pelle color del miele, affascinata dai racconti sul mitico Re di Gerusalemme lascia le sue terre: chi dice il cuore dell'Etiopia, chi lo Yemen; ma noi preferiamo la prima ipotesi avvallati dal fatto che se fosse puro lo Yemen ci sono moltissime possibilità storiche che questa terra fosse sotto il dominio degli Etiopi. Allora gli abitanti erano pochissimi e quasi deserte le due vicine sponde del Mar Posso, seppur cariche di storia e civi- lissime, queste terre, rispetto al contesto.
Durante la visita ci fu seduzione, pare che l'iniziativa sia partito da Lei, che dopo il cerimoniale d'accoglienza ed i primi approcci, prese a stuzzicare il Re con enigmi, paradossi ed indo- vinelli ai quali il Re rispondeva senza smentire la sua fama.
Salomone ricambiò, affascinandola ulteriormente, insegnandole a trattare, pulire e tagliare pietre preziose; già d'allora buoni argomenti di seduzione.
La Regina, conquistata, ormai pronta a cedergli abbracciò stret- te le gambe del Sovrano, dichiarò il suo amore e sottomissione con la frase:” Vorrei essere una delle tue schiave " e qui, come spesso accade, il Re cedette alla lusinga.
Non concorda con questa tesi la leggenda etiopica. Riguardando il pannello che centinaia di pittori hanno riprodotto e che orna molti dei nostri locali-soggiorno, rivediamo che oltre ai preparativi del viaggio: doni, accompagnatori, dromedari ( molti ai ostinano a dire cammelli, che da quelle parti non ci sono ) è raffigurato il viaggio anche per la parte in mare: di andata e ritorno, il soggiorno ed il compimento della seduzione; per niente oscena visti i corpi sotto spesse coperte anche se le notti lì sono temperate! Secondo la tesi etiopica, in favore dell'iniziativa maschile, racconta che una cena servitale fosse molto speziata e ricca di sale, che provocasse durante la notte una gran sete per costringere la Regina ad alzarsi per cercare dell’acqua e che quel volpone del Re, che aveva concepito il piano, appostato senza le ingombranti presenze dei cortigiani ed in barba alle sue settecento mogli e trecento concubine, l'amasse forse sfondando, come suol dirsi, una porta aperta.
Indipendentemente dalle versioni, il risultato non cambia perché dopo i tempi di una naturale gestazione nacque in Etiopia il fondatore di una nuova stirpe imperiale.
Questa storia è stata raccontata, per rompere il clima di tristezza e di apprensione, verso la mezzanotte su un aereo, dopo alcune ore di volo, da un Comandante a dei giovani soldati israeliani che sorvolando l’Etiopia e da qui lo spunto, andavano a liberare un gruppo di connazionali prigio- nieri a rischio, in un aeroporto d'Uganda.
Non so quale delle due versioni sia stata raccontata ai ragazzi di quel commando in azione, ma le versioni oltre al riscontro biblico, sono queste e noi le sapevamo già da molto tempo.

 

Liberamente tratti dal volume: “Lasciateci la nostra retorica e frasi ai margini della Storia "

AA. VV. Soc. Ed. Internazionale;

Commissionato dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.