La mia “Sahariana marrone”

 sahariana

 

Premiazione.... e che altro? Non ricordo bene per che cosa e neppure la data o pressapoco del fatto, qui a Forlì, in Comune e forse, sempre qui, in un Grande Hotel della città, ma non ha soverchiante importanza.

   Qualche più che briciola di aiuto però... mi arriva dalla foto: è il suo presentarmi sorridente e ringraziante. Perché?

   Ma perché la sahariana marrone che indossavo e anche prediligevo l’ho sempre goduta al massimo e molto l’ho portata. Con uno “sfizio” che ben valeva più del premio del quale non rammento la motivazione.

   Cerco di andare al dunque: non badavo mai alla stagione, anche se nevicava non l’ho mai trascurata. E vado avanti così e chissà proprio chissà se riuscirò a spiegarmi, se non benissimo almeno benino.

   Poiché io ho sempre dichiarato a chi mi chiede, e seguita a farlo, se i miei quarant’anni circa, là più che trascorsi e vissuti, mi coinvolgono e mi portano a soffrire il così detto “Mal d’Africa”.

   A costoro ho anche sempre precisato che dopo aver compiuto il mio rientro conclusivo in Patria era da tempo volto a ricercare e trovare qui attorno qualcosa di “italico” in tutti i sensi, modi e maniere.

 

 

 

   Vuoi vedere che adesso... sì, insomma dovrò ravvedermi e anche e magari perfino chiedere scusa a quelli che il “Mal d’Africa” lo nutrono, direi che se lo “godono” e lo diramano a chi ancora non lo sa manifestare.

Esiste anche il turista che è stato da quelle parti per qualche giorno o massimamente settimana che sostiene, alzando la voce fino a fare idealmente cadere una lagrima e poi trovando facile e ammissibile, quasi obbligatorio, che lui sì, già è in grado e non può fare a meno di sentire, sostenere e dichiarare ‘sto “Mal d’Africa”, insomma lui lo possiede e se lo tiene più che volentieri.

È ora a questo punto che io confessi qualcos’altro. Sono pronto ad esprimerlo. Dovrei dire adesso che al rientro definitivo qui dove sono, ero stato accompagnato da quella mia Sahariana di tela marrone che mi piaceva e ancora mi piace un mucchio ovvero moltissimo.

Eccola pubblicata a me indosso, per me ad honorem e grazie al Mai Taclì.

Ebbene, considererò particolarmente quegli amici e conoscenti soggetti al “Mal d’Africa” che fanno onorata confessione e mi metterò in fila con loro. E magari, almeno settimanalmente farò un giro e rivolgerò un cortese e sincero sorriso allo specchio indossando la mia amata Sahariana marrone. E anche aggiungerò due passi qui sotto casa - la stagione sia quella che vuole - che ancora oggi riescono a darmi memorie antiche.

                                                                                                  Alce

 (Mai Taclì N. 2-2005)