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MATTEO DI MAURO

IL RICORDO DI UN AMICO

 matteo

Questo mio scritto non vuole essere il profilo di un imprenditore italiano in Eritrea, ma il ricordo di un personaggio vivo perché padre di Marisa la mia “amica del cuore” che vive a Roma e perché, malgrado i tanti anni che ci separano dalle nostre rare frequentazioni eritree, egli, proprio lui, mi è stato spiritualmente vicino nel corso di una grave malattia che mi ha colpito ultimamente.

A casa, nella pesante sonnolenza prima del ricovero in ospedale, mi scivolavano nella mente immagini del passato asmarino: Suor Anna Carolina … la villetta di Via Miani … la piscina Mingardi … Monsignor Marinoni … E poi “don Matteo” (come lo chiamavamo noi) una volta, due e forse ancora.

In ospedale, operata di tumore, nel sonno profondo dopo l’anestesia, ecco di nuovo don Matteo che scendeva le scale della Cattedrale e mi veniva incontro sorridendo.

Infine, nei tanti giorni di dolore, non fu don Matteo a sorridermi ma “sorella morte” che mi mostrava il suo sorriso agghiacciante.

Mi sentii meglio ed aprii gli occhi. E chi mi trovai vicino? Marisa… Marisa Di Mauro! Ma da dove era spuntata Marisa che prima non c’era? Chi l’aveva mandata, forse il papà? Non so, non importa! Marisa era lì che mi accudiva dolcemente, amorevolmente e lo fece fino al mio ritorno a casa.

Ed eccomi qui ora a scrivere questi ricordi che potranno apparire incongrui a tanti ma non a me che li ho vissuti.

Ma chi era Matteo Di Mauro, Commendatore e Grande Ufficiale? Ne traccio un breve curriculum.

Nacque a Floridia (Siracusa) il 20 giugno del 1893.

Nel 1901, a soli otto anni, si trasferì con la famiglia ad Asmara ove il padre, anch’egli di nome Matteo, continuò la sua attività di costruttore edile già ben avviata in Italia.

Scoppiata la Grande Guerra del 1915-18, il giovane Matteo si offrì volontario per prendervi parte.

Combatté valorosamente in Carnia e fu decorato.

Nel 1924 sposò in Italia la signorina Francesca Rizza che lo seguì ad Asmara ove nacquero tre figli: Gino, Umberto e Maria Luisa (Marisa).

Per vario tempo, finché fu in vita il padre, Matteo Di Mauro lavorò con lui per proseguire poi da solo nella conduzione dell’azienda familiare. Essa aveva al suo attivo, oltre all’edilizia, anche altri settori di lavoro. Infatti tra il 1922 e il 1929, la ditta si dedicò anche alla produzione di carbone vegetale in regione Alighidir (fiume Anà) impegnandovi numeroso personale italiano ed eritreo. La produzione venne totalmente esportata in Egitto.

Altra notevole attività ebbe la ditta nel campo dei trasporti, della meccanica, della falegnameria (segheria, carrozzeria ecc.) disponendo di impianti propri.

Ma il suo maggior impegno, soprattutto fra il 1922 e il 1940, fu quello edile e stradale, avendo al suo attivo, anche in questo caso, macchinari ed attrezzature di sua proprietà.

Nel settore edile molto caratteristico e funzionale fu il villaggio indigeno costruito nel Bassopiano Occidentale.

Nella città di Asmara e dintorni la ditta Di Mauro costruì vari edifici di indubbia importanza, come il palazzo che si ergeva e si erge proprio di fronte alla Cattedrale e dove la mia famiglia ed io abitammo per alcuni anni.

Oltre a questo palazzo, Di Mauro costruì vari villini in zona Gaggiret e in zona Godaif eresse la bella e grande Chiesa di Sant’Antonio il cui terreno era stato precedentemente donato ai Padri Cappuccini dalla sua ditta insieme a quella dei fratelli Scotti, con la quale era entrata in società.

I buoni Padri, in segno di riconoscenza, fecero dipingere sulla navata centrale della chiesa, a misura d’uomo, le figure dei due benefattori. Il dipinto vi rimase per circa trent’anni.

Nel 1939 l’impresa Di Mauro-Scotti donò ai Fratelli delle Scuole Cristiane il terreno situato in zona Gaggiret per la costruzione del Collegio La Salle e dell’annesso campo di football. Essi furono ampliati e portati a termine vari anni dopo.

Nel settore stradale la ditta Di Mauro si fece onore, insieme ad altre imprese italiane, partecipando alla costruzione dell’Autostrada Asmara-Massaua, ricca di ponti e gallerie, vero capolavoro di edilizia stradale avvenieristica.

A Massaua stessa, in seguito al terremoto del 1922 che distrusse gran parte della città, fra le tante opere di ricostruzione, la più importante eseguita dalla ditta Di Mauro fu quella di vari edifici e strutture facenti parte del Porto.

Oltre i suoi meriti d’imprenditore, Matteo di Mauro si distinse per la sua grande umanità e generosità verso i poveri. Pertanto fu molto amato soprattutto dagli Eritrei. Ancor’oggi alcuni discendenti dei suoi collaboratori di un tempo lo ricordano con devozione e gratitudine.

Per tutte queste sue qualità imprenditoriali ed umane, Matteo Di Mauro fu insignito di due onorificenze ossia quella di Commendatore al Merito Coloniale e quella di Grande Ufficiale dell’Ordine di San Giorgio in Carinzia.

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Il 25 maggio del 1974 si concludeva la sua operosa ed esemplare vita terrena in Asmara ove desiderò essere sepolto.

È sempre rimpianto da quanti ebbero il privilegio di conoscerlo.

Rita Di Meglio