Chi siamo e perché maitaclisti

 

Siamo un gruppo di persone vissute nella lontana Abissinia per più di qualche lustro, alcuni tra noi sono addirittura nati laggiù.
Ex asmarini il nostro appellativo voluto dal caro amico, grande Marcello Melani che nel 1976 coadiuvato da alcuni suoi validi collaboratori ebbe l’idea di fondare un giornale la cui testata  era identificata col nome MAI TACLI dal tigrino, significa acqua pura che sgorga tra le rocce.
Con una pazienza da certosino Marcello fece una ricerca minuziosa fra amici e parenti per trovare quanti più ex asmarni possibile, la ricerca si propagò a macchia d’olio tanto che tutti ci abbonammo al giornale che ci offriva notizie di un tempo (i ricordi che ci uniscono oggi) e notizie quotidiane per tenerci aggiornati.

Marcello organizzava annualmente il raduno nazionale, sempre notevole affluenza di partecipanti ed ottima riuscita nell’intento di tenere unita la grande famiglia dei maitaclisti e  assicurata la possibilità di continuare a sognare, a ricordare inviando alla redazione le nostre testimonianze di vita asmarina.
I raduni nazionali sono finiti con la morte di Marcello, sono rimasti i mini raduni ormai tradizionali, come pure le quattro paginette annesse al Reduce , ora stiamo passando dal cartaceo al digitale come il progresso comanda.

Il gruppo di maitaclisti  è formato da persone provenienti da tutte le regioni d’Italia, ognuno di noi ha portato con sé il proprio dialetto e quindi li proprio modo di  dar colore alle frasi con sfumature d’intonazione, e qualche volta anche con qualche errore di dizione, da questo miscuglio  di elementi è nato un modo unico di espressione che chiamerei “asmarino “ il nostro idioma influenzato anche dal sentir parlare (senza per altro capire niente) gli indigeni che oltre ad avere una lingua per noi incomprensibile,   difficile, hanno il privilegio di farti entrare nell’orecchio la musicalità ritmica e la velocità di espressione di questo loro idioma simile ad una mitragliata in piena regola.

Da questi elementi in verità nuovi e un po’ confusi è nato il nostro “asmarino” a noi tanto caro e in uso fino a che la nostra permanenza in patria non l’ha cancellato per sempre lasciandolo solo nella memoria accanto al mal d’Africa.

 

Marisa Masini de Bonetti